Un po' di storia

Sarebbe scontato ricordare gli incerti inizi che potrebbero essere quello di tutti i cori “popolari” delle nostre generazioni: i primi brani della SAT, un po di passione per la montagna, l’emozione per la prima uscita…

Un nome “Monte Alben” (che per chi non ha familiarità con la cima orobica che  domina Oltre il Colle, diventa sistematicamente “Albén”), scelto forse per la sua musicalità da Dino Capra, fondatore con alcuni amici e primo direttore del coro nel novembre 1971.

Con l’avvento di Eugenio Ferrari alla direzione (1972) il coro assume quella che diventerà la sua fisionomia per gli anni a venire: le due prove settimanali, il consiglio del coro, la figura del “capo-coro” impersonata per anni da Franco Ottobelli

Trova anche una propria immagine che, com'è nello spirito del momento, non può non essere “alpina”: ecco le camicie rosse (che di volta in volta tingono le magliette, le canottiere, le spalle…ed i pantaloni da rocciatore, i calzettoni di lana e le pedule, il distintivo con “il camoscio” (“el curnass”) a sostituire quello artigianale giallo che campeggiava sui maglioncini verdi dei primi tempi.

Dall’anno successivo (1973) la direzione del Monte Alben passa nelle mani di Vincenzo Carniel, compositore milanese, autore tra l’altro di quel piccolo capolavoro che è “La leggenda della Grigna”, a pieno titolo inserita nel repertorio del coro della Sat.

Il 1976 segna la realizzazione del suo primo Lp dal titolo “Voci dell’Adda”, un traguardo certamente importante, che i coristi sentono in modo particolare .

Nel 1979 la strada del Monte Alben si incrocia con quella del bellunese Paolo Bittante. Dotato di gusto e notevole sensibilità artistico musicale, nei tre anni che rimane alla direzione Paolo Bittante apre nuovi orizzonti al complesso lodigiano sia in fatto di tecnica vocale che nella costruzione del repertorio accostandosi alle armonizzazioni di Mino Bordignon e alla ventata “novocorale” di Paolo Bon, il coro comincia ad assumere quel respiro internazionale che diventerà una delle sue caratteristiche più significative e si presenta anche con un nuovo look: camicia turchese e pantaloni beige (…però i canta ben sti pufeti è un lusinghiero commento colto al termine di una rassegna in terra veneta, con evidente allusione alla scelta cromatica della divisa…e alla bontà delle esecuzioni!) , oltre al nuovo distintivo che, raffigura il torrione della città di Lodi.


La registrazione del disco “Coralmenteparlando” conclude il primo decennio.
Quasi senza soluzione di continuità, nel solco tracciato da Paolo, si intravede il Monte Alben dei successivi trionfi, il Monte Alben di Beppe Belpasso.

Il 1985 è l’anno internazionale della musica ed il coro, sotto la spinta del neo Presidente Lodovico Chiesa (succeduto a Luigi Anelli) rilancia quella rassegna di canto corale temporaneamente interrotta. Il “Concerto di Primavera” diventa così, nella splendida cornice del “Teatro alle Vigne” di Lodi, un appuntamento tradizionale nel panorama musicale lodigiano.

Dal 1986 durante la manifestazione, viene consegnato il premio “Diapason d’Argento”, ambito riconoscimento che il Monte Alben intende attribuire a chi si è particolarmente distinto per l’attività a favore della coralità. L’influenza dei riconoscimenti ricevuti in questi anni spinge il complesso lodigiano ad incidere il suo terzo Lp, “Trasparenze Armoniche”, che esce alla fine del 1987. Nello stesso anno il coro si da una forma giuridica costituendosi con atto notarile in Associazione coro Monte Alben città di Lodi.

Nel 1991 sono vent'anni e il Monte Alben li festeggia invitando Bepi de Marzi ed i suoi “Crodaioli” per una particolarmente sentita edizione del “Concerto di Primavera”.

Nel 1995 a dirigere il coro è Giorgio Oreglio, giovane compositore milanese, che trasmette al coro la sua personale esperienza maturata in numerosi gruppi cameristici e svariate formazioni strumentali. Con lui, fin che gli impegni artistici glielo consentono, il Monte Alben riesce a superare il comprensibile momento, e attraverso una diversa ricerca nella fusione timbrica e adesione alla genesi musicale dei brani proposti, è in grado in breve tempo di ripresentarsi con successo ad importanti appuntamenti.

Dall'inizio del 1996 anno dei festeggiamenti per il 25° (per l’occasione è stato coniato un nuovo distintivo, opera dell’artista Guido Boletti, raffigurante i luoghi più rappresentativi della città di Lodi) alla fine del millennio, la direzione passa nelle mani di Claudio Sibra, docente di musica ed appassionato cultore del fatto corale. Con Claudio il coro raggiunge una grande maturità interpretativa ed arricchisce il proprio repertorio con brani molto brani significativi.

Nel 2000, con la direzione di Alberto Cremonesi il coro entra nel secondo millennio, innumerevoli le esibizioni in concerti, rassegne con grandi soddisfazioni e attestati di stima da parte del pubblico e critica. Significativi i piazzamenti conquistati nel 2003 al Concorso Nazionale di Gressan (Aosta) e nel 2008 al Concorso Nazionale di Savignone (Genova).

In questo periodo il coro inizia la collaborazione con il "Comitato Provinciale UNICEF" nell'organizzazione di manifestazioni benefiche e solidali.

Nel 2009 è stato il coro ufficiale delle manifestazioni provinciali dei festeggiamenti per la Beatificazione di don Carlo Gnocchi.
Sia nelle manifestazioni per l'UNICEF che nelle celebrazioni per il beato Carlo Gnocchi, il monte Alben ha avuto la grande soddisfazione di esibirsi con il grande baritono lodigiano Leo Nucci.


Sempre nel 2009 il Coro Monte Albe è chiamato a rappresentare la Provincia di Lodi alla Settimana del canto Lombardo nata da una brillante idea degli amici del coro Idica di Clusone.


Nel 2010 all'alba dei quarant'anni, dopo essersi ritagliato un personale spazio nel grande panorama della coralità maschile nazionale di ispirazione popolare aggiudicandosi 10 primi premi nei più importanti concorsi nazionali ed internazionali e la partecipazione a qualificate rassegne e concerti (circa 600) in Italia e oltre confine, il gruppo ha deciso di intraprendere una nuova, grande, sfida: fare il grande passo, convertirsi in coro a voci miste inserendo in un organico maschile ben rodato, un’importante gruppo di soprani e contralti. Un nuovo mondo, un modo nuovo di intendere il canto corale, tutto da scoprire, un repertorio che si allarga a dismisura, mantenendo però il Monte Alben ancorato alla cultura popolare, senza, disdegnare ciò che accade oltre la siepe.


Il 2011 è l'anno del quarantesimo. Un anno ricco di impegni e di soddisfazioni. Non potevano mancare un libro sulla storia del coro ed un nuovo CD. Entrambi con il titolo "...da quando vestivamo alla montanara". Nel CD il coro ha voluto ripercorrere tutta la sua storia, ripescando brani dai propri archivi e dalle precedenti registrazioni. Un percorso che ripropone tutte le tappe più significative sotto la guida dei vari maestri. Una raccolta quindi, con brani diretti da Carnie, Bittante, Belpasso, Sibra e Cremonesi, per concludere con i primi brani registrati con la nuova formazione. Una registrazione "live", fatta con i propri mezzi nella Chesa delle Grazie di Lodi, ma che comincia ad esprimere la potenzialità di questa nuova formazione. 


La storia continua, gli impegni pure. Il repertorio si sta arricchendo sempre di più. Dunque, un Monte Alben tutto da scoprire e tutto d’ascoltare.

Oggi il coro è formato da circa 40 elementi, è presieduto da Massimiliano Castellone è diretto dal Maestro Alberto Cremonesi.